Riproduzione artificiale e ripopolamento: le azioni C.1, C.2 e C.3
La tutela delle specie target rappresenta l’obiettivo principale di IDROLIFE, che prevede azioni dirette di conservazione delle stesse quali la riproduzione artificiale e il ripopolamento. Perché queste azioni di tutela non risultino fini a sé stesse è necessario avviare realtà produttive che perdurino nel tempo, consolidate su solidi protocolli di allevamento.
La prima prerogativa all’inizio di tali attività è quella di disporre di una struttura adeguata alle finalità del progetto: a questo proposito grazie all’Azione C.1 il progetto rinnova e rende funzionale un incubatoio locale dismesso dalla fine degli anni ’70, proprietà del CNR-ISE. L’impianto rappresenta il primo incubatoio pubblico del VCO edè dimensionato per la produzione di 60.000 esemplari giovanili di Trota marmorata, 5.000 di Pigo e Savetta e 1.000 di Scazzone. La struttura è progettata per essere in grado di garantire indifferentemente lo svezzamento di specie amanti delle acque fredde e temperate, di produrre in maniera indipendente lo zooplancton necessario all’alimentazione delle larve,nonché di ospitare attività di educazione ambientale.
All’interno dei locali dell’incubatoio, vengono portate avanti le attività di riproduzione artificiale di Trota marmorata, Scazzone e Vairone, finalizzate alla produzione di materiale da ripopolamento per le acque del VCO, come previsto dall’Azione C.2.
In fase di progettazione sono stati realizzati studi preliminari per attestare l’idoneità delle popolazioni donatrici di riproduttori,per evitare di dover attingere da popolazioni o sub-popolazioni troppo esigue e quindi particolarmente fragili.
Il protocollo seguito per la realizzazione delle attività di riproduzione artificiale è il seguente:
- gli esemplari adulti (sessualmente maturi) di trota marmorata vengono catturati mediante elettropesca, le uova e lo sperma vengono prelevati in maniera non cruenta in loco e i pesci vengono immediatamente rilasciati. Gli esemplari di scazzone catturati sono destinati a divenire riproduttori in incubatoio, originando un ciclo riproduttivo destinato al ripopolamento.
- Anche la pratica di fecondazione artificiale avviene sul luogo di cattura dei riproduttori: le uova fecondate si trasportano quindi all’incubatoio per la schiusa e il primo accrescimento.
- Alcuni esemplari immaturi di trota marmorata catturati nella campagna di elettropesca sono trasferiti all’incubatoio, ove potranno essere stabulati e divenire riproduttori per il ciclo dell’anno successivo.
- La scelta dei riproduttori è condotta in maniera oculata: vengono infatti esclusi esemplari con livree manifestamente ibride (presenza di puntini rossi tipici della trota fario), mentre gli esemplari di livrea dubbia vengono esclusi dalla riproduzione in loco ed eventualmente stabulati per una caratterizzazione genetica d’approfondimento.
- Una parte dello stock allevato (circa 300 esemplari all’anno, della lunghezza di 15-20 cm) viene rilasciata nel Fiume Toce, opportunamente marcata per consentire studi biologici ed eco-etologici.
- I vaironi (catturati in aree locali ove essi risultino abbondanti) sono invece rilasciati direttamente nel Torrente San Bernardino.
L’attività di tutela a favore del gambero di fiume, sempre nell’ambito dell’Azione C.2, prevede il ripopolamento di 4 differenti siti ricadenti nel Parco della Val Grande, risultati particolarmente idonei alla specie a seguito di un’apposita azione preliminare di studio. Il ripopolamento viene condotto con esemplari di differenti stadi vitali in modo da ottimizzare le chance di insediamento dei nuclei fondatori.
Oltre all’importanza conservazionistica che assume la reintroduzione del Pigo e della Savetta nel Lago di Mergozzo dell’Azione C.3, l’attività possiede anche valore aggiunto conferitogli dal carattere sperimentale delle pratiche di riproduzione artificiale e allevamento di queste due specie. I riproduttori vengono catturati nel Lago Maggiore, nel Fiume Ticino e nei suoi tributari, essenzialmente grazie all’impiego di reti. Dopo la schiusa delle uova e lo svezzamento delle larve, una parte degli avannotti viene rilasciata in natura e la restante parte è indirizzata all’accrescimento in cattività, contribuendo allo sviluppo tecnico e scientifico della pratica di allevamento.
Lo stock permanente di Rutilus pigus e Chondrostoma soetta sarà utilizzato nel Piano Post-LIFE (Azione F.4) per garantire il ripopolamento del Lago di Mergozzo per almeno 3 anni dopo la fine del progetto.